Lo Studio DG segue i principi della Slow Surgery.
Si tratta di un estensione della Slow Medicine (www.slowmedicine.it) ossia di una medicina lenta, che dedica tempo a generare la relazione medico-paziente, insostituibile, dedica tempo all’ascolto e all’interpretazione dei sintomi, dedica tempo alla giusta terapia che è chirurgica come prima o più spesso come ultima istanza ma nell’esclusivo interesse del paziente.
La medicina è e rimarrà per sempre un’arte come tale svincolata dalle logiche commerciali che sono accettabili solo come sequela e riconoscimento dell’arte stessa.
Ingabbiare l’arte comporta inevitabilmente il suo smarrimento.
La dimensione temporale in questo è l’elemento discriminante e corrisponde a un esigenza pressante della moderna società (Slow Life) esplosa con la pandemia da Covid.
Il Medico è colui che si prende cura del paziente e questo è possibile solo dedicandogli tempo.
Purtroppo oggi sia la sanità pubblica che quella privata condividendo lo stesso orientamento un pò asfittico trasformano la medicina in un prodotto, uno dei tanti, comunque anche se si propongono il contrario, perché non considerano più la relazione medico-paziente. Ritengono che un medico valga l’altro e che un paziente possa essere smembrato e inquadrato nelle soluzioni predefinite dai protocolli. La medicina protocollata è assistenza, non medicina.
Si parla di slow surgery e non di slow medicine perché è la chirurgia a dare il limite e la dimensione di ogni cosa definendo i confini estremi della patologia e della cura. E’ in sala operatoria che si definisce il livello di umanità della medicina moderna.
La slow surgery abbraccia il paziente lungo tutto il suo percorso di cura che in molti casi riguarda tutta la vita e dunque la sua storia personale che diventa così la storia del Medico.